venerdì 27 maggio 2016

Esercizi di scrittura creativa. Costruiamo una storia da un incipit di Cesare Pavese


<<Dal cortile di cemento un giovanotto a gola tesa gridava al terzo piano di ombre e sprazzi di luce: "State tranquilli, sono disoccupato.">> 


Così, invece di continuare la nostra discussione, scendemmo per incontrarlo.

Era un ragazzo di circa 17 anni,  triste e magro, indossava un pantaloncino blu, una maglia bianca, delle scarpe bianche ed un orologio rotto, aveva i capelli castani, ma soprattutto aveva una faccia pallida.
Era lì per cercare un lavoro, ma invece di aiutarlo nella sua ricerca, facemmo amicizia con lui.
Si chiamava Giulio.
Dentro era una persona molto allegra. Aveva perso i suoi genitori e viveva con la nonna.
Aveva una borsa di studio, ma non bastava, così si era messo a cercare un lavoro.
Dopo un po', lo invitammo su nel nostro appartamento e alla fine gli chiedemmo di venire con noi l'indomani in spiaggia e lui accettò.

La mattina successiva, dopo un po', arrivarono degli amici, che - invidiosi del nostro legame con Giulio - ci presero i telefoni e li misero nello zaino del nostro nuovo amico.

Ma per fortuna un passante li vide ed intervenne.
Discutemmo un po', ma alla fine dimenticammo tutto.
Eravamo amici e tra amici si supera tutto.
Diaba Diallo


VI PRESENTO CASA SAN FRANCESCO




In questa casa non si fanno solo i compiti, ma tante attività diverse: si viene qui anche per divertirsi e per stare insieme.
Noi qui siamo tutti amici e se qualche volta litighiamo, facciamo subito pace.
Facciamo tante cose belle insieme, ma per saperlo dovete provare questa avventura, io posso accennarvi qualcosa, ma quello che accade in questa casa non si potrà mai descrivere con le parole.
Questa casa è come un grande muro che ci separa dall'odio che c'è nel mondo, come una barriera, come un grande ombrello che ci protegge dalla cattiveria.
Questa è Casa San Francesco.
Lucia Ferrara

venerdì 20 maggio 2016

IL MIO TEMPO PASSATO A CASA SAN FRANCESCO


Sono Diaba Diallo, ho 16 anni e vengo dal Senegal.
Circa nove mesi fa, sono arrivata in Italia, con mia madre, mia sorella maggiore e il mio fratellino, per ritrovare mio padre ed anche per studiare e conoscere nuove cose e nuove persone.
Quando è iniziata la scuola, dopo un po', mio padre ha trovato un doposcuola.
Pensavo che ci sarei andata solo per fare i miei compiti, ma mi sbagliavo, infatti non era solo un doposcuola, ma era una casa, "Casa San Francesco d'Assisi".
Una casa piena di amore, in cui il poco odio che vuole entrare viene cacciato.
Lì dentro siamo tutti uguali, qualunque sia l'età, la religione, l'origine o il colore della pelle.
Come posso iniziare senza parlare di quella che ha organizzato tutto questo, che ha permesso a giovani come noi di vivere insieme, di amare e di dare, quella che ci ha permesso di avere un'altra madre, quella donna fantastica, bellissima, bravissima e unica, .....
Grazie a lei, ho anche imparato che quando leggiamo, cresciamo e che quando scriviamo, sviluppiamo.
Prima, pensavo che se non avessi scritto nessuno mi avrebbe riconosciuto come essere umano, ma ora mi sento viva, anzi sono pronta per ogni sfida che la vita mi presenterà.
Non posso finire senza parlare delle amiche e  amici che ho avuto: Lucia, Annagrazia, Buri, Antonella, Aram, Alexandra, Ivan, Maksim, Mohamed, Alfonso e anche le insegnanti.
Con Lucia e Annagrazia, soprattutto, ho una solida e vera amicizia.
Con loro mi sento benissimo e lo so, non si sceglie di diventare amiche, lo siamo per caso.
Diaba